Premessa
Realizzare cambiamenti di comportamento e di atteggiamenti che incidono sul livello di salute e benessere personale è, notoriamente, obiettivo impegnativo, critico da conseguire. La testimonianza di ciò viene offerta dalle difficoltà che le numerose campagne di prevenzione primaria incontrano, e i risultati spesso deludenti che esse conseguono. Quando l’obiettivo dell’intervento è focalizzato sugli adolescenti, allora si aggiunge difficoltà a difficoltà. È quasi innaturale per un adolescente accogliere e interiorizzare i suggerimenti, i consigli di chi, spesso, già entrato nella seconda metà della vita, ha una visione dell’esistenza profondamente diversa da chi, invece, vive la rovente stagione della giovinezza. Per ridurre il rischio di tragiche, brucianti conclusioni, è importante perseverare nella ricerca di percorsi che possano motivare cambiamenti, consapevoli di quanto possa essere frustrante l’attesa di risultati. La peer education consente di individuare una possibile nuova via per affrontare quelli che rappresentano i problemi di fondo degli interventi di prevenzione ed educazione alla salute. La peer education offre la possibilità a coloro che fruiranno dell’intervento di sperimentarsi quali soggetti attivi del proprio cambiamento. In questo passaggio da oggetto a soggetto del processo educativo si cela l’occasione di fare un’esperienza, cosicché un evento, da mero accadimento, possa divenire momento significativo.
La Peer Education: intervento di prevenzione dell’AIDS e delle MST in alcune scuole secondarie di Torino
Il nostro gruppo di lavoro [Analisi delle Dinamiche di Relazione – ADR], a partire dall’anno scolastico 1999-2000, ha posto le basi per la realizzazione di un intervento di prevenzione dell’AIDS e delle MST tra la popolazione giovanile con le modalità della peer education, dapprima in collaborazione con l’associazione Dire AIDS, quindi con il CeSeDi della Provincia di Torino, ora Servizio Istruzione e Servizi Didattici. L’intervento, che si articola in 5 fasi principali, ha un obiettivo più generale: rendere attori responsabili dell’intervento non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti, con i consulenti nel ruolo di supervisori. Gli insegnanti così coinvolti nel progetto, possono diventare a loro volta peer educator di altri insegnanti, e acquisire sempre più competenze per supportare gli studenti coinvolti.
Per quanto riguarda gli studenti, siamo oramai arrivati alla quarta generazione di peer: è possibile così avviare una prima fase di valutazione dell’intervento. In un recente focus group, i peer affermano che si è trattato di un cammino che li ha fatti crescere sia da un sul piano personale e psicologico, che nell’acquisizione di nuove conoscenze in tema di AIDS e di malattie sessualmente trasmesse “che certamente non dimenticheremo più”. Per la prima volta, sostengono, hanno potuto affrontare con altri ragazzi un argomento serio con conoscenze da ‘esperti’. Hanno inoltre imparato a parlare in pubblico e ad esprimersi con maggiore chiarezza senza essere troppo travolti dall’emozione o dall’imbarazzo. Hanno potuto comprendere quanto sia importante esercitare l’arte dell’ascolto, mettersi nelle condizioni migliori per capire cosa l’altro vuole comunicare, sapere come porsi di fronte all’altro, come aiutare e comprendere l’altro al meglio: “Tutto questo bagaglio di cose nuove apprese lo abbiamo utilizzato sia nell’esperienza di peer educator, sia nella nostra quotidianità, con gli amici, sui temi più diversi, a dimostrazione del fatto che lavorare per diventare dei buoni peer educator ci ha trasformati e maturati globalmente”
Obiettivi
Obiettivi principali del convegno sono:
- avviare un confronto tra gli operatori – insegnanti, psicologi – coinvolti e le figure istituzionali che fino ad ora hanno supportato il progetto;
- favorire lo scambio di esperienze anche con altre realtà maturate sul territorio nazionale;
- consentire ai peer educator di presentare le attività svolte e le esperienze maturate.
Il comitato scientifico ha individuato alcune aree tematiche intorno alle quali sollecitare gli interventi e indirizzare il dibattito:
I temi
- Educazione alla salute: stili di vita, prevenzione, crescita personale, la scuola e la prevenzione del disagio
- Peer education , educazione alla salute e la prevenzione dei comportamenti a rischio
- Modelli teorici della peer education
- Peer education: esperienze a confronto
- Peer education e adolescenza
- Peer education: il gruppo, la relazione, le competenze relazionali, l’intelligenza emotiva
- Peer education e scuola: il ruolo degli insegnanti
- Progettazione e gruppo di lavoro
- Valutazione dell’efficacia dei progetti
- Peer education ed empowerment
Gli interventi
Riportiamo alcuni degli interventi in forma di testo e altri come slide
Adriana Corti –Nodi, snodi, matasse e cerchi: immagini del gruppo nell’adolescenza e riflessioni sulle sue potenzialità educative
Giovanna Boda, Gary Svenson – Life Skills e Peer Education nel contesto europeo ed italiano. I giovani protagonisti nell’educazione alla salute a scuola
Massimo Miglioretti –La Promozione della Salute tra scuola e territorio: dai dati di ricerca alla progettazione di un intervento, l’esperienza del progetto Sailor
Ludovico Grasso – Verso l’idea di un modello di peer education a scuola di tipo partecipativo.